IL POSTO MIGLIORE DOVE CAPITARE
Stefano Ceci
Qualche giorno addietro, passeggiando per le vie di Roma, mi sono imbattuto in un amico che non vedevo da diverso tempo. Dopo i convenevoli di rito ed aver blandamente ripercorso avventure e disavventure estive, il discorso come di prammatica è caduto sul lavoro.
L’incipit è stato un nostalgico consuntivo degli obiettivi che da ragazzi avevamo entusiasticamente condiviso, messa da parte (a stento) qualche nostalgica lacrimuccia, siamo passati a tracciare percorsi futuri. Pur concordando sulla verosimile ipotesi di ritrovarci a singolar tenzone nel polveroso campo di bocce dell’oratorio, ci siamo spinti oltre, cercando di definire il perimetro del futuribile esito, non tanto delle nostre esistenze, quanto del nostro lavoro.
Intelligenza artificiale, internet, automatismi ed automazioni, ci siamo abbandonati a spericolate elucubrazione su tutto ciò che poteva allontanarci dalla realtà e da ciò che fino ad oggi avevamo fatto. Sicuramente questo metterci un po' di lato rispetto al momento delle scelte ha rappresentato l’alibi cui aggrapparci per rimandare ad altri le scelte e conseguentemente gli esiti di un impegno che negli anni ci ha caratterizzati.
Sulla carta tutto quello che avevamo enucleato funzionava, assolutamente attuale, verosimile e coerente con un futuro che è già presente, ma entrambi sentivamo che mancava qualcosa, eravamo ad un banchetto al quale mancava la portata principale, così abbiamo cominciato a sciorinare idee e concetti che potessero rappresentare la via per raddrizzare il nostro ragionamento.
Inutile, vedevo allontanarsi la centralità del discorso, così come una lunga scia di un’elica traccia la distanza dal porto di partenza (espressione che, bontà sua, ho preso a prestito dalla poesia del meraviglioso Dalla), finchè il mio amico butta là un concetto “vorrei fare del mio lavoro il miglior posto dove capitare” non credo l’abbia percepito, ma sono rimasto letteralmente folgorato da quell’espressione, in quel momento credo d’aver compreso il senso ultimo del nostro impegno, cioè : fare dei nostri luoghi di lavoro il miglior posto dove capitare. E quando penso al capitare non mi riferisco solo a noi, ma a tutti coloro che ci hanno scelti a partire dai collaboratori per concludere con i nostri assistiti.
Arrivateci come volete o potete, utilizzate pratiche Zen, orientate i mobili secondo le regole del Feng Shui, oppure molto più semplicemente siate disponibili, responsabili e competenti. Facciamo in modo che chi interagisce con noi all’interno dei nostri luoghi di lavoro, percepisca di essere: “nel miglior posto dove capitare “.
Tranquillizzo i coraggiosi amici che son giunti sino a qui che il pistolotto volge definitivamente al termine, la sentenziosa prosopopea fin qui sciorinata lascerà posto a delle informazioni che ho intenzione di inserire all’interno della rubrica “CAFNEWS24” che ritengo assolutamente attuali anche se un pelino fuori dai binari dell’informazione esclusivamente riconducibile ai modelli 730.
La campagna fiscale 2023, mancano poche ore per dire che ce la siamo definitivamente messa alle spalle (per scaramanzia non faccio previsioni ….) ed ora ne inizia una ancora più importante, quella dedicata alla formazione che, abbraccerà il periodo 01/10/23 – 30/09/24.
Dunque già da domani non staremo con le mani in mano anzi, servirà lavorare ancora di più volgendo l’attenzione al miglioramento delle procedure ad all’attivazione di nuovi servizi, per essere sempre di più percepiti, come: “il miglior posto dove capitare”.
Nell’introdurre anche concetti fuori dallo stretto perimetro dell’assistenza fiscale, vorrei per gli operatori delle sedi CAF, fornire alcune basilari informazioni sull’istituto della NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego) quale indennità mensile di disoccupazione che può essere richiesta dai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perso involontariamente il lavoro.
Lo farò sviluppando un focus sul concetto di perdita involontaria del lavoro, così da mettere in condizione i nostri operatori CAF di fornire una prima informazione agli assistiti per poi indirizzare l’utenza agli altri servizi MCL allo scopo deputati.
I requisiti per avere accesso all’indennità, sono sostanzialmente di due tipi, il primo riguarda la tipologia e la natura del rapporto di lavoro e l’altro la durata fino a quel momento assunta del rapporto di lavoro che è terminato.
Potranno avere accesso alla NASPI i seguenti lavoratori:
- tutti i lavoratori dipendenti compresi gli apprendisti,
- i soci lavoratori di cooperative,
- il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato,
- i dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.
Non potranno invece richiedere l’indennità:
- i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni,
- gli operai agricoli (sia a tempo determinato che a tempo indeterminato)
- i lavoratori extracomunitari con permesso di lavoro stagionale.
Inoltre, per poter avere accesso alla NASPI è necessario aver versato contributi contro la disoccupazione per almeno 13 settimane nei 4 anni precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione.
(continua)