Caf News 24, Sostegni a famiglie e imprese

STRALCIO CARTELLE NON TUTTI GLI ENTI VI ADEIRRANNO ALLO STESSO MODO

Senza per questo voler entrare nell’agone politico, serve però chiarire alcuni aspetti in relazione all’uso speculativo e spregiudicato del sostantivo “condoni”. Registro che nei diversi interventi nessun membro dell’opposizione si è mai esentato dal presentare i diversi provvedimenti di pace fiscale contenuti nella legge di bilancio 2023 come condono e lo hanno fatto sottolineandone i vantaggi in favore di soggetti che hanno nel tempo tenuto comportamenti difformi dalle norme di legge e che come per miracolo avrebbero avuto cancellata ogni loro pendenza con l’erario.

Premesso che se qualcuno ha “gabbato” le regole evadendo le imposte, ritengo, che una buona dose di colpa sia da addebitare a coloro che nel tempo ( e con continuità aggiungo) hanno governato e con la loro azione non sono stati in grado di incrementare il gettito erariale, passando ad esempio per una diversa e rinnovata consapevolezza del valore “civico” assolto dalle imposte.

Quello di cui trattiamo in queste poche righe, non è sicuramente un provvedimento annoverabile fra i condoni, ma piuttosto una manovra di sostegno per tutti coloro che nel tempo non sono stati in grado di soddisfare le richieste dell’erario.

La misura è rivolta alle persone fisiche che nell’arco temporale (assai ampio) primo gennaio 2020 al 31 dicembre 2015 hanno ruoli (banalmente cartelle esattoriali) per importi fino a 1.000 euro. Più che un condono si tratta di fare le “pulizie di pasqua” , siamo infatti difronte a ruoli ampiamente prescritti la cui onorabilità con ogni probabilità è sicuramente fortemente pregiudicata da diversi fattori; ricordavo prima la prescrizione, come non considerare poi la circostanza che il destinatario non sia solvibile da un punto di vista erariale, la di la dei motivi quello che conta è, che questi importi per la quasi totalità dei casi sarebbero comunque irriscuotibili, dunque farne pulizia rappresenta un’operazione di trasparenza ed alleggerimento, diversamente fintanto che non se ne opererà il discarico continueremo, come collettività, a sostenerne i costi, anche solo per la loro iscrizione come credito poi, di fatto non riscuotibile.

Tornando al provvedimento, la data entro la quale si definirà l’intero perimetro di operatività sarà il 31 gennaio 2023.

Ma vista la natura della misura, servirà concordare con gli Enti titolari dei crediti, le modalità dello sgravio. L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha diramato nei primi giorni dell’anno le istruzioni per gli enti creditori che intendono bloccare l'annullamento dei debiti e i chiarimenti su come funziona la tregua fiscale

Avete letto bene, bloccare ‘annullamento, si perché la tregua fiscale (l’annullamento) non varrà per tutti e per tutto.  

Perché l’annullamento è un atto unilateralmente posto in essere dall’Ente creditore, ciò significa che coloro che sono interessati al provvedimento non devono presentare alcuna richiesta per beneficiarne.

Le casistiche sono le più disparate così come i comportamenti conseguenti, ci sono ad esempio casi in cui l’annullamento dei debiti sarà parziale, perché verranno annullate solo le seguenti voci:

  1. interessi per ritardata iscrizione a ruolo;
  2. sanzioni e interessi di mora.

Restano, invece, esclusi:

  1. il capitale;
  2. il rimborso spese per procedure esecutive;
  3. i diritti di notifica.

Parziale è anche lo stralcio che riguarda le multe e le altre sanzioni amministrative, che si applica solo agli interessi, comunque denominati, e non annulla le sanzioni e le somme maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento.

Ma non basta, c’è di più, alla luce di quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2023, gli enti creditori, diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali, possono adottare un provvedimento di non applicazione dell’annullamento automatico parziale dei debiti comunicandolo all’Agenzia delle Entrate Riscossione entro il 31 gennaio 2023, perciò ciascun ente potrà decidere se ed in che misura adottare il provvedimento, questo con l’unico limite che non potrà essere ammesso per importi superiori ai 1.000 euro.

Sarà perciò sulla base delle decisioni dei singoli enti, che lo stralcio delle cartelle assumerà la sua forma definitiva.

Restano in ogni caso esclusi dalla tregua fiscale i debiti fino a 1.000 euro che riguardano le seguenti somme:

  1. recupero degli aiuti di Stato considerati illegittimi dall’Unione Europea;
  2. crediti derivanti da condanne pronunciate dalla Corte dei conti;
  3. multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna;
  4. debiti relativi alle “risorse proprie tradizionali” dell’Unione Europea e all’imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione.

La Legge di Bilancio ha inoltre previsto per i primi mesi dell’anno e fino al 31 marzo2023, la sospensione della riscossione dei debiti che rientrano nel raggio d’azione dello stralcio, compresi quelli iscritti a ruolo da enti creditori diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali.