COME FUNZIONA
articolo di
Stefano Ceci
Presentiamo oggi un importante intervento per le mamme lavoratrici che hanno due o più figli ed un contratto a tempo indeterminato sia nel settore pubblico che in quello privato.
Per queste mamme è prevista una decontribuzione fino al 100% con un massimo di 3.000,00 euro in un anno.
Il provvedimento abbraccia l’arco temporale 2024 – 2026 e riguardo come riportato in apertura mamma con due o più figli di cui uno minorenne nel 2024 e per gli anni 2025 e 2026 con tre o più figli di cui almeno uno di età inferiore ai 10 anni.
Quali sono gli effetti della decontribuzione?
Le buste paga delle mamme destinatarie del provvedimento di sostegno potranno avere incrementi dei netti in busta fino ad un massimo di 1.777,00 euro.
Occorre farne richiesta?
Non è necessaria alcuna richiesta, provvederà direttamente il datore di lavoro.
L’INPS in una nota specifica infatti: “dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, è riconosciuto un esonero del 100 per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile.
L’esonero è riconosciuto, in via sperimentale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 anche alle lavoratrici madri di due figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo”.
Non è necessario fare alcuna richiesta per ottenere il bonus, questo sarà riconosciuto e attivato automaticamente dal datore di lavoro.
Il bonus mamme lavoratrici è anche compatibile con il taglio del cuneo fiscale a carico del lavoratore con retribuzione fino a 35.000 euro.
Per questo una madre lavoratrice potrà ottenere un beneficio complessivo di 1.777 euro per i minori contributi versati, di cui 1.159 euro derivanti dal taglio del cuneo generalizzato e 618 dalla decontribuzione specifica relativa al bonus.
Premessa l’indiscussa bontà del provvedimento occorre dare evidenza anche delle critiche, per prima cosa potrebbe non essere centrato l’obiettivo principale, cioè favorire la natalità, in quanto il provvedimento abbiamo visto non essere rivolto alla generalità delle mamme, escludendo quelle che hanno un contratto a tempo determinato e le collaboratrici domestiche.
Ciò determina l’incremento delle condizioni di precarietà già endemicamente presenti in questa ultima categoria di lavoratrici.
Altro elemento di criticità attiene alla effettiva percezione dei benefici previsti, infatti si stima che le mamme rientranti nelle casistiche prima presentate, sia poco meno del 10% delle mamme complessivamente occupate.
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Stefano Ceci
Dottore Commercialista iscritto all’ordine di Roma, Iscritto al Registro dei Revisori Contabili dal 1985 titolare di uno studio tributario e di consulenza aziendale. Componente Commissione area Tecnico Fiscale Consulta Nazionale dei CAF. Responsabile dell’Assistenza Fiscale del CAF MCL srl. Responsabile Ufficio Formazione CAF MCL srl. Ha maturato notevole esperienza nella gestione ed organizzazione degli Enti No Profit, componente del Tavolo Tecnico Legislativo in seno al Forum Nazionale del Terzo Settore, relatore alla Commissione Bilancio del Senato per le proposte di modifica Dlgs 117/17 , Componente Ufficio di Segreteria Fondi PNRR UE 2021-27 Forum Nazionale del Terzo Settore, collaborazioni con le commissioni terzo settore dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma ed Arezzo _ consulente amministrativo progetti ex/L. 383/00, consulente scientifico Commissione Riforma Terzo Settore – collaborazione con testate giornalistiche : CAF NEWS24 , Edizioni Traguardi Sociali, nel 2022 ha pubblicato: La Riforma del Terzo Settore – manuale pratico per le Associazioni di Promozione Sociale”