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QUASI RISSA SULLA RIFORMA DEL CATASTO

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QUASI RISSA SULLA RIFORMA DEL CATASTO 4622 0

La conferma dell’art.6 del disegno di legge delega sulla riforma del catasto, ha segnato un ulteriore step di un processo che ha come obiettivo non solo la rivalutazione degli immobili ma anche l’emersione di redditi immobiliari ora nascosti

articolo di CAF News 24

Quello della riforma del catasto è uno degli argomenti più spinosi su cui, con sorti ed esiti diversi hanno attinto nel dispiegarsi del tempo i governi per accaparrarsi consensi o fomentare paure ancestrali.

L’intoccabilità (o quasi) del comparto immobiliare, ha origini lontane, i nostri genitori sapevano di aver compiuto il loro dovere solo dopo aver garantito (i più fortunati) o concorso a garantire (gli altri) un tetto sulla testa ai propri figli.

Il concetto di proprietà immobiliare non solo certificava la riuscita dell’esercizio della potestà genitoriale ma per anni ha rappresentato il modo migliore per mettere al sicuro i propri risparmi, che trovavano nella conversione in “mattone” la migliore delle sistemazioni possibili.

Tutte convinzioni queste che negli ultimi tempi hanno iniziato ad evaporare, prima fra tutte l’infallibilità del mattone.

Sarà per colpa delle pessime condizioni del mercato o di una sopravvenuta mutazione antropologico culturale, oppure più verosimilmente che al “Super Mario nazionale” tutto viene concesso; stà di fatto che ha preso definitivamente (anche se per il rotto della cuffia) il via, il processo di riforma del catasto edilizio. 

Mettere mano alla revisione dei valori catastali degli immobili, non solo vuol significare un riallineamento dei valori di mercato a quelli catastali ma soprattutto vuol dire rivedere la loro tassazione foriera di un inevitabile aumento del carico fiscale.

Per evitare che si incrementi ulteriormente la tassazione del bene “casa”, nel disegno di legge delega si è scelta una via intermedia, escludendo un impatto di tipo fiscale sulla tassazione degli immobili.

Principio questo che dice tutto e non dice niente, direbbe Mario, il mio simpatico vicino di casa, come dargli torto!

Al netto delle considerazioni politiche sull’argomento e dei dubbi di Mario (non il Super, ma il mio vicino), vale la pena ricordare i punti più importanti del disegno di legge, nella speranza che anche il mio Mario possa tranquillizzarsi.

Volendo semplificare, i punti su cui si basa la riforma sono i seguenti:

- attribuzione a ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, anche del relativo valore patrimoniale e di una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato; si precisa, però, che ciò non avrà alcun impatto sulla tassazione degli immobili;

- introduzione di meccanismi di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite delle unità immobiliari urbane, in relazione alla modificazione delle condizioni del mercato di riferimento e comunque non al di sopra del valore di mercato;

- riduzione del valore patrimoniale per gli immobili di interesse storico o artistico, tenendo conto dei particolari e più gravosi oneri di manutenzione e conservazione previsti per tali beni;

- introduzione di strumenti da porre a disposizione dei comuni e dell'Agenzia delle Entrate, per facilitare e accelerare l'individuazione e, eventualmente, il corretto classamento delle seguenti fattispecie:

1) gli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d'uso ovvero la categoria catastale attribuita;

2) i terreni edificabili accatastati come agricoli;

3) gli immobili abusivi, individuando a tal fine specifici incentivi e forme di trasparenza e valorizzazione delle attività di accertamento svolte dai comuni in quest'ambito;

- utilizzo di strumenti e moduli organizzativi che facilitino la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l'Agenzia delle entrate e i competenti uffici dei comuni nonché la loro coerenza ai fini dell’accatastamento delle unità immobiliari.

Rimane dunque irrisolto il dubbio su come si tradurrà, in sede di attuazione della delega con i decreti delegati, il “triplo binario” tra:

1) rendita catastale valida ai fini fiscali,

2) valore patrimoniale

3) rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato.

Torno a guardare Mario, sempre lui, il mio vicino di casa, non mi sembra affatto rassicurato, sgrana gli occhi in cerca di una conferma, di un cenno che lo possa tranquillizzare, abbasso lo sguardo ci rifletto un po' e poi gli chiedo chi crede possa vincere lo scudetto quest’anno.

    

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